Compagna di mille avventure tra cui la creazione del poster "25 buone ragioni per portare un bambino in biblioteca" pubblicato dall'AIB nel 2019 in occasione dei vent'anni di Nati per Leggere e la decorazione della volta e della sala 06 della Biblioteca Adriana Marsella di Cisterna di Latina, Cecilia Campironi è anche nel progetto Cucù. Insieme abbiamo ragionato, smontato scatole, progettato in direzione di un logo e di un'identità di progetto cucita su misura per noi.
Cecilia Campironi ci racconta il suo lavoro:
ha preso forma progressivamente,
frutto di un autentico lavoro di squadra,
a colpi di concetti e traduzioni visive.
La prima fase di lavoro l’ho chiamata, con onestà brutale:
"ragionamento e deliri".
Un documento informale ma prezioso,
in cui già tra i primi scarabocchi
si affacciavano le intuizioni giuste.
Tutto è partito dalla parola CUCÙ.
Quattro lettere tonde,
praticamente una sola forma ripetuta quattro volte,
tanto da sembrare più un pittogramma che una parola.
Ed effettivamente,
in certi esperimenti,
mi sembrava più un’insegna da hot pot :)
Così ho iniziato a ragionare per forme,
e lì è entrata in gioco la scatola.
Una figura semplice, solida, grafica.
Per me è diventata subito il simbolo esplicito del progetto,
ma anche una metafora perfetta della scoperta:
qualcosa che si apre e rivela,
proprio come accade con le pagine dei libri
o nel gioco del cucù.
Quella scatola, con il coperchio sollevato,
è rimasta lì fin dall’inizio,
come una promessa di sorpresa in arrivo.
Poi mi è stato subito chiaro che serviva movimento.
La staticità non bastava:
la meraviglia non è ferma.
E così la scatola si è inclinata
ed è comparsa la molla —
che per me non è solo una forma, ma un’idea:
la meraviglia come qualcosa che scatta,
che ha una direzione,
che ti illumina.
E infine,
ho aggiunto un dettaglio piccolo ma significativo:
l’accento sulla U, che diventa triplice.
Un tratto grafico che è suono,
sorpresa,
accensione.
Quel click — visivo — che, almeno per me,
rappresenta perfettamente lo stupore,
quando attiva un meccanismo di curiosità e scoperta.
E poi, piano piano,
la scatola è diventata personaggio.
Un logo che può vivere,
cambiare,
partecipare,
ma che resta sempre riconoscibile,
in equilibrio tra forma e racconto,
tra ciò che si mostra
e ciò che resta da immaginare.




