Lo scorso fine settimana, dal 30
settembre al primo ottobre, si è svolto Impariamo a leggere,
la residenza organizzata dall'associazione culturale Hamelin di
Bologna (importante punto di riferimento in Italia per la letteratura
per ragazzi, il fumetto e l'albo illustrato). Noi di Cartastraccia
eravamo lì, sui colli bolognesi, precisamente all'Eremo di Ronzano,
circondati dal silenzio e dal verde: un'atmosfera meditativa nella
quale abbiamo gettato tanto caos, mille idee e un bel po' di
divertimento.
Del corso, diviso in due sezioni (una
rivolta al visivo, l'altra alla letteratura per giovani adulti),
abbiamo seguito la prima parte dedicata a un autore di albi
illustrati: il maestro Claude Ponti! Un tuffo nel mondo – più
corretto sarebbe dire nei mondi – di quest'autore e illustratore
francese dalla bibliografia vastissima. Anche se non tutti gli albi
sono editi in Italia (quelli pubblicati nel nostro paese devono la
loro diffusione alla casa editrice Babalibri), Ponti è uno di quegli
autori che, consapevolmente o no, tutti hanno sfogliato almeno una
volta. Di solito le biblioteche mettono in esposizione sugli scaffali
alcuni dei suoi libri più famosi; una scelta il più delle volte
obbligata a causa del grande formato degli albi (più comodo esporli
che tenerli nello scaffale). Io stessa ho avuto per un anno intero
sotto gli occhi il Catalogo dei genitori senza mai leggerlo.
Perché per iniziare ad amare Ponti occorre fare uno sforzo –
probabilmente è tale solo per gli adulti – nel leggere (Ponti
scrive tanto), nell'osservare (Ponti disegna tantissimo),
nell'accettare l'assurdo e la complessità dei suoi universi
psichedelici, nel lasciarsi guidare affidandosi al gioco.
«All'inizio non mi piaceva» è
stata una delle frasi più pronunciate durante il corso, perché
Ponti richiede tempo, ti costringe a soffermarti sui dettagli –
spesso totalmente comici – senza riuscire mai a coglierli tutti; ti
porta avanti e indietro continuamente, a girare una pagina cinque o
sei volte per essere sicuro di aver visto bene, o semplicemente
perché un particolare ti ha catturato al punto che non riesci a
staccare gli occhi da quella pagina, esattamente come accade ai
bambini.
In Biagio e il castello di compleanno (Babalibri, 2005), i
protagonisti sono dei pulcini con una missione: organizzare la festa
per il compleanno di Violetta Candita. Assistiamo alla preparazione:
aprendo le grandi pagine dell'albo ci troviamo davanti a un accumulo
di personaggi, ognuno intento a fare qualcosa (c'è Telekopio che
copia Kimicopia; Benjamin Franklin che inventa un ombrello che le servirà a pagina 27) e così via in un mondo in cui sembra che non
ci sia spazio per il lettore (come potrebbe? è già tutto occupato
dai pulcini!), ma è proprio quando ti senti sommerso che Ponti ti
prende per mano e ti chiede di giocare con lui senza lasciarti mai.
Mondi incomprensibili razionalmente, ai
quali si riesce a credere grazie a un uso preciso del disegno (i
contorni sono delineati, le immagini realistiche), come in L'Avié d'Isée (l'école de loisirs, Parigi, 2013) in cui seguiamo
l'insolito viaggio di una bambina attraverso molteplici universi. I
protagonisti hanno quasi sempre una missione (La notte degli Zefirotti, Babalibri, 2007), percorrono un sentiero che coincide
con la ricerca di sé, si staccano dalla propria famiglia (in senso
più o meno generale) per esplorare quello che c'è fuori (La mia valle, Babalibri, 2001) e, attraverso l'esperienza del mondo, riescono a crescere.
Se un Tuim è davvero arrabbiato va
al Teatro delle Collere. Una volta ad esempio, mi sono molto
arrabbiato con Tomo-Tug che aveva rotto il mio Poto Mobile. Dal modo
come nascondeva le orecchie ho capito che l'aveva fatto apposta. Sono
andato al Teatro. Nel laboratorio mi sono costruito una maschera da
Grandissima Collera e una marionetta da Tomo-Tug (con quella sua aria
tonta). Poi sono andato in scena e ho recitato la mia Grandissima
Collera. Ho detto tutto ciò che pensavo e anche quello che non
sapevo nemmeno pensare. Ho gridato, urlato, picchiato con i pugni,
piedi e martello. Ho frantumato la marionetta, l'ho ridotta in
briciole. E le briciole mi hanno chiesto scusa.
(La mia valle)
(La mia valle)
Ma quello che emerge a una prima
lettura – anche superficiale – degli albi di Ponti è che fanno ridere. Si ride a vedere Biagio (o i Biagi – perché
chiunque indossi la maschera può essere Biagio) col suo ghigno
crudele combinarne di tutti i colori: stappare il tappo a una
tempestatrice tappata; organizzare una corsa di sedie (geniale nel
suo paradosso). Si ride a vedere Venturo a pezzi (letteralmente i
pezzi del corpo di Venturo volano da una parte a un'altra), si ride
così tanto che adesso siamo noi Biagio, con lo stesso ghigno monello
e crudele stampato sulla faccia. (Biagio... quante avventure!,
Babalibri, 2016). E non sono solo le immagini o le
situazioni a suscitare il riso, anche le parole hanno la loro
“colpa”: non sono solo i mondi a essere costruiti e de-costruiti,
anche alla lingua accade lo stesso. Metafore, metonimie, giochi
linguistici (ecco spiegato il buffo titolo di quest'articolo, un
piccolo omaggio al genio dello scrittore).
C'è Ca-Ciotto che non divide il suo
formaggio con nessuno, Piumotto che ha sempre freddo ed Etichetta
addosso a Coccolo. C'è anche Fosco che riesce a dormire solo al
buio. C'è Violina che ascolta sempre la musica e Notanò che detesta
la musica e infine Metello che è convinto di wssere un pipistrello.
(Sul ramo, Babalibri, 2008)
(Sul ramo, Babalibri, 2008)
A tutti i genitori consigliamo di
sfogliare insieme ai propri bambini il Catalogo dei genitori e
stare al gioco, grandi e piccini, nell'accettare il sottotitolo del
libro: «per i bambini che vogliono cambiarli». Un catalogo di
possibili genitori da sostituire a quelli veri (nel libro troverete
tutte le istruzioni da seguire per riceverne dei nuovi). Un albo
pieno di giochi di parole comici, ci si burla dei genitori
tipizzandoli, portando all'estremo alcune caratteristiche talmente
assurde da essere credibili: ci sono gli avventurieri, i discreti, i
triiiisti, i reggicasa, la leisola e il luisolo, i beiprogetti, i
trankili, gli entusiasti e così via. Un unico consiglio:
divertitevi!
I confortevoli
Veri e propri
divano-letto in carne e ossa, questi genitori hanno in testa una sola
idea: evitare tutto ciò che punge, urta, sbuccia, rompe e rende la
vita de-coccolata e do-lorosa. Sempre pronti ad accogliere un bambino
tra le braccia o ad aprirsi per lui, adorano passeggiare
tranquillamente. Non morite senza averli provati!
(Catalogo dei genitori per i bambini
che vogliono cambiarli, Babalibri, 2009)
Ponti è stata una scoperta, per me che
sono molto pigra e spesso rifuggo tutto quello che richiede tempo, ma
appena lo affronto e mi faccio trascinare finisco con lo scoprire un
universo spiazzante. Ponti è meraviglia, fantastico, psichedelia,
assurdo, gioco e soprattutto storie.
Una questione con cui ci siamo
lasciati: nel panorama dell'albo illustrato contemporaneo mancano dei
narratori di storie? Ce n'è ancora bisogno? Cos'è cambiato?
Rigiriamo a voi questa domanda e in attesa di una risposta vi
invitiamo a prendere quel libro esposto sullo scaffale: apritelo e...
fatevi un bel viaggio!
Un grazie ad Hamelin che ci ha guidato
alla scoperta di questi mondi.
Certe volte salgo all'Osservatorio,
mi siedo sull'ultima pietra in cima in cima e guardo il mare...
(La mia valle)
Stella Larotonda
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