Chiacchieriamo oggi con i Topipittori, editori milanesi attenti e dediti alla promozione culturale, fiduciosi nella pratica della lettura a alta voce.
Dev'essere una soddisfazione non da poco pubblicare libri che prendono vita nelle letture a alta voce nel trambusto di una biblioteca e nelle scuole, negli angolini di casa, libri che accompagnano i bambini nelle tante cose della vita quotidiana. I bambini indirizzano lettere alla casella postale dei Topi (guardate questa, per esempio), i genitori vengono ascoltati, i lettori fanno vivere e promuovono i loro libri. Risponde alle nostre domande Giovanna Zoboli.
Oggi, sicuramente la rete è uno strumento di informazione potentissimo (basti pensare al fenomeno delle mamme blogger, che al di là della disomogeneità degli esiti e dei giudizi che si possono dare, la dice lunga sulla possibilità di condivisione offerte dal web). Dai blog a twitter a facebook, sia nostri sia altrui, oggi riteniamo imprescindibili questi canali nella relazione quotidiana col pubblico dei lettori.
Va specificato che utilizziamo questi strumenti non solo per la promozione del catalogo, ma per la condivisione e l'approfondimento di una cultura dell'infanzia e del libro illustrato e delle tematiche a essa relative, verso cui oggi c'è un forte interesse che chiede di essere colmato e nutrito.
Detto questo, tutti i canali “tradizionali”, come biblioteche, scuole, librerie eccetera, mantengono la loro importanza, e sono insostituibili per il lavoro in profondità che consente loro la conoscenza diretta dei lettori e del territorio. Quelli che continuano a latitare, invece, sono i grandi media tradizionali: quotidiani, tv eccetera (la radio è un po' più attenta). Gli eventi - come mostre, incontri, festival, letture - servono, ma solo se sono ben organizzati, progettati e condotti, e perseguiti con continuità.
Va specificato che utilizziamo questi strumenti non solo per la promozione del catalogo, ma per la condivisione e l'approfondimento di una cultura dell'infanzia e del libro illustrato e delle tematiche a essa relative, verso cui oggi c'è un forte interesse che chiede di essere colmato e nutrito.
Detto questo, tutti i canali “tradizionali”, come biblioteche, scuole, librerie eccetera, mantengono la loro importanza, e sono insostituibili per il lavoro in profondità che consente loro la conoscenza diretta dei lettori e del territorio. Quelli che continuano a latitare, invece, sono i grandi media tradizionali: quotidiani, tv eccetera (la radio è un po' più attenta). Gli eventi - come mostre, incontri, festival, letture - servono, ma solo se sono ben organizzati, progettati e condotti, e perseguiti con continuità.
Nel lavoro editoriale, nello scegliere un titolo da pubblicare, tenete conto delle possibilità che venga letto a alta voce? Lo provate? Pensate che alcuni libri siano più adatti a una lettura silenziosa piuttosto che a alta voce?
Sicuramente nello scegliere un titolo pensiamo, in generale, al momento della lettura che sia silenziosa o ad alta voce. Certi libri pretendono la lettura come atto personale e solitario, di scoperta individuale. Altri, invece, sono perfetti per essere letti ad alta voce. Fra questi c'è, più o meno, la stessa differenza che passa fra fiaba popolare, nata oralmente per essere condivisa da narratore e pubblico, e racconto moderno, che fa appello alla dimensione interiore e intima del lettore.
Un'amica attrice e insegnante di teatro mi ha spiegato che per scoprire se un testo è riuscito e funziona, o invece ha delle magagne e non regge, basta leggerlo ad alta voce. Ha ragione, è un test infallibile.
Alla domanda “Come vorrebbe fossero letti i suoi libri?”, Gianni Rodari risponde: “In famiglia, prima di tutto: tra genitori e figli vorrei arrivare come un compagno di giochi, come uno che accende un fuoco, che tiene vivo un dialogo, che aiuta a guardare il mondo, ad amare la vita. A scuola, vorrei che il mio libro potesse essere un elemento del colloquio tra insegnanti e scolari, come la prima pagina di una storia che dovrebbero poi scrivere loro, senza usare la penna, parlandodi tante cose, criticando quel che capitasse loro di criticare, anche rifiutando, cambiando senza alcun rispetto per la carta stampata, che troppe volte è venerata solo perché stampata...Vorrei, insomma, che il mio libro riuscisse divertente, utile e stimolante come un bel giocattolo. E che nessuno, per colpa sua, dovesse prendere un brutto voto”. Voi immaginate i vostri lettori? Come vorreste fossero letti i vostri libri?
Mi sa che ha già detto tutto Rodari, davvero non ho molto altro da aggiungere.... deve essere perché da piccola l'ho divorato che mi trovo così perfettamente d'accordo con la sua risposta, direi proprio parola per parola. Rodari, per altro, era uno scrittore che conosceva il peso delle singole parole, dote fondamentale per uno scrittore, e, ancora di più, per uno scrittore per bambini e ragazzi. Mi colpisce in particolare la frase: “Vorrei, insomma, che il mio libro riuscisse divertente, utile e stimolante come un bel giocattolo.” Non un giocattolo, un bel giocattolo. Qui Rodari dichiara che la bellezza è un valore fondamentale nella relazione con i bambini. Io aggiungo: un valore imprescindibile, morale e civile. Non facciamo dell'estetica un ambito per pochi, una faccenda da confinare con sufficienza a boutique, botteghe di antiquari, passatempo per scioperati. La bellezza in un libro, per utilizzare le parole di Rodari, “aiuta a guardare il mondo, ad amare la vita”. La bellezza è un potente anticorpo al degrado umano, sociale, ambientale.
Ci raccontate alcuni progetti che sostenete in cui la lettura a alta voce ha un ruolo preponderante?
Non sosteniamo un progetto in particolare. Direi, piuttosto, che sosteniamo le persone (e quindi le attività, i momenti, i luoghi) che praticano la lettura ad alta voce come attività continuata e formativa, vale a dire librai, bibliotecari, educatori, genitori, insegnanti, promotori della lettura. È per questo che per noi è molto importante l'attività formativa sui libri illustrati rivolta agli adulti, attività che svolgiamo attraverso il Catalogone, le Minibiblioteche, il blog, corsi e incontri sul temadei libri illustrati, delle immagini e delle parole.
Leggere a alta voce in biblioteca, se è certo che incentiva il prestito, offre un riscontro anche in libreria? Se ritenete che lo sia, perché è importante che i vostri libri siano presenti nelle biblioteche di pubblica lettura?
Le biblioteche, per un editore come noi, che fa scelte editoriali rigorose, sono clienti importanti, perché sono molto sensibili alle proposte di qualità, che considerano indispensabili per i loro fondi (ora dispongono di scarso supporto economico, per la verità, date le contingenze e le dissennate politiche relative a cultura ed educazione, ma comunque continuano a essere fra i nostri clientimigliori).
Inoltre, i bibliotecari dei reparti ragazzi, spesso competenti, appassionati e attenti, hanno un ruolo fondamentale nella formazione e nella divulgazione delle conoscenze relative ai libri per bambini. Dedicano risorse ed energie a farli conoscere a genitori, insegnanti, educatori. Il loro ruolo e la loro posizione li mette nella condizione ideale per svolgere questa funzione. In questo senso, trasmettono quel tipo di informazioni e conoscenze che fanno sì che le persone possano arrivare, in libreria, ai nostri libri.
Nell'infanzia dei Topi che spazio hanno avuto i libri? Quando eravate piccoli ascoltavate libri letti
a alta voce? Se avete un ricordo legato al piacere di leggere, raccontatecelo.
I libri, nell'infanzia dei Topi, che poi oggi siamo io, Giovanna Zoboli, Paolo Canton e Valentina Colombo, sono stati fondamentali. Semplicemente, fin da bambini, la lettura è stata per tutti e tre una compagnia, una presenza fortissima. A questo si deve il lavoro che abbiamo scelto e il modo in cui lo facciamo. Per quel che mi riguarda, ricordo sia mio padre sia mia madre leggerci libri, quando noi bambine non eravamo in grado di farlo, ma anche dopo, la sera. L'associazione notte/libro, è meravigliosa: il buio è il momento perfetto per aprire un libro; a tutt'oggi la sera è il momento migliore per la lettura, anche se leggo un po' durante tutta la giornata, specialmente per lavoro. Mi ricordo l'attesa e la gioia del momento in cui mio padre ci avrebbe letto la nuova puntata dei Tre moschettieri nell'adattamento vecchissimo, ma divertentissimo, di Nizza e Morbelli. E ricordo la voce di mia madre che ci leggeva due fiabe: Prezzemolina, cuccurucù, la tua treccina buttami giù e una versione molto allegra di Cappuccetto rosso che durante la strada mangiava tuttele frittelle destinate alla nonna, e per riparare al malfatto le sostituiva con delle cacche di asino trovate lungo il sentiero. Che poi, ovviamente, finivano nella bocca del lupo.
Fanno da cornice a questa chiacchierata le doppie pagine di un recente albo della casa editrice: G. Zoboli, S. Mulazzani, Il grande libro dei pisolini, Topipittori 2013
Fanno da cornice a questa chiacchierata le doppie pagine di un recente albo della casa editrice: G. Zoboli, S. Mulazzani, Il grande libro dei pisolini, Topipittori 2013
Leyla Vahedi
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