5 mar 2012

Gli anni in tasca graphics. Intervista a Giovanna Zoboli

Catalogo 2011 "Gli anni in tasca graphics"
Grazie a questa recensione pubblicata dal blog Conversazioni sul fumetto sono venuta a conoscenza di un progetto editoriale molto interessante. Si tratta di “Gli anni in tasca graphic”, collana neonata di Topipittori.
Topipittori è una casa editrice milanese nata nel 2004, dedicata alla pubblicazione di libri illustrati per bambini e ragazzi. Il progetto “Gli anni in tasca”, vincitore nel 2010 del premio Andersen per la letteratura dedicata all’infanzia, nasce con l’obiettivo di proporre storie autobiografiche in formato picture book, destinate a un pubblico adolescente (dai 12 anni in su).
Visto il successo, nel 2011 la proposta si amplia attraverso una sottosezione, stavolta dedicata alle autobiografie in formato fumetto.
Attualmente il catalogo “graphic” conta due titoli: Il magnifico lavativo di Tuono Pettinato e Bacio a Cinque di Giulia Sagramola.
Non ho ancora avuto modo di leggere le due opere (dal punto di vista dell’illustrazione mi sembra promettano bene), ma la curiosità mi ha spinto a investigare da vicino sul progetto, intervistando Giovanna Zoboli, notissima autrice nel panorama della letteratura per l’infanzia, nonché editrice (assieme a Paolo Canton) di Topipittori.


Giovanna, vorresti illustrare ai nostri lettori, in via preliminare, le caratteristiche del progetto “Gli anni in tasca”?

La collana “Gli anni in tasca”, titolo di un celebre film sui bambini di François Truffaut, è nata nel 2009. Da tempo avevamo il desiderio di creare una collana di narrativa, spostandoci dall’albo illustrato, che è stata la nostra prima vocazione editoriale. La collana nasce da un forte interesse personale verso due generi letterari: il romanzo di formazione e l’autobiografia.
Le due cose, messe insieme, ci hanno suggerito di provare a proporre racconti autobiografici di infanzia e adolescenza. I precedenti sono illustri: basti pensare a Lessico famigliare di Ginzburg.

Come e quando nasce il progetto di ampliamento della collana “Gli anni in tasca” con l’introduzione di una sottosezione dedicata al fumetto?

Il fumetto ci interessava e ci piaceva, da lettori. Così abbiamo cominciato a pensarci come editori. È stato un processo abbastanza naturale dato il nostro interesse verso le narrazioni condotte attraverso parole e immagini. Però non ci siamo messi a pensare a tavolino a come introdurre il fumetto nel catalogo. A un certo punto ci è sembrato che lo spirito de “Gli anni in tasca” avrebbe potuto prestarsi benissimo a una collana di fumetti sul medesimo tema. Del resto, le graphic novel, specie quelle degli ultimi decenni, hanno un forte contenuto autobiografico, basti pensare a Gipi, alla Satrapi o a David B.
Ci è sembrato che il fumetto fosse un buon mezzo per raccontare storie vere di infanzia e adolescenza. E poi, fin dal suo esordio, della collana “Gli anni in tasca” abbiamo pensato che potesse essere sviluppata attraverso altri medium.

Per il momento avete pubblicato due autori italiani. La scelta degli autori si indirizzerà sul panorama nazionale o prevedete di inserire in catalogo anche titoli internazionali?

Abbiamo in uscita A caccia di rane di Michele Petrucci. E poi un titolo previsto a settembre, Cicale!, di Marta Iorio. E un titolo in preparazione per l’anno prossimo, di una giovanissima illustratrice polacca. Quindi sì: gli italiani ci piacciono, ma, nello stesso modo, ci interessano anche gli stranieri.

Il fumetto spesso è sfruttato anche per riletture di romanzi. Darete spazio anche a opere dal contenuto non originale (se originale è il linguaggio in cui si presenteranno)?

No, direi di no: la collana prevede che sia l’autore a raccontare la propria infanzia. Non a mettere in scena un’infanzia altrui. Quindi dubito che potrebbe darsi il caso di una rilettura.

Dal punto di vista del contenuto, cercate di orientarvi verso autobiografie rivolte al passato e quindi anche all’inquadramento di precisi momenti storici e sociali o cercate invece una lettura del presente che riesca incisiva ed efficace?

Non abbiamo indirizzi tematici specifici: quello che ci interessa è la capacità narrativa degli autori. La capacità di offrire una visione, una prospettiva. La capacità di raccontare la vita dei bambini e degli adolescenti nei diversi contesti sociali, familiari, storici.

I primi due autori pubblicati (Giulia Sagramola e Tuono Pettinato ndA) sono molto attivi in internet. Quando cercate autori nuovi da proporre quanto peso ha la ricerca di web comics e produzioni destinate alla fruizione telematica rispetto alla tradizionale visione del materiale cartaceo? Vi capita di puntare su un autore perché gli riconoscete un certo seguito in rete?

La rete offre una sterminata possibilità di contatti e di informazione. E noi siamo attenti ai blog di illustratori, fumettisti eccetera. Rappresentano una fonte continua di aggiornamento. Direi che sono strumenti irrinunciabili, oggi.
Tuttavia noi siamo attenti a tutti i canali: riviste, giornali, libri, mostre, eventi, festival. I canali di ricerca attraverso cui è possibile individuare talenti e autori interessanti sono tanti. Non ne preferiamo uno in particolare. Tuono e Giulia li abbiamo scelti, semplicemente, perché sono molto bravi, così come Michele e Marta. Il seguito che hanno in rete non è stato determinante nella scelta, poi se un autore è così intraprendente e preparato da utilizzare bene i network per raccontare il suo lavoro, per noi non può che essere positivo. Ma, ripeto, ci interessa chi sa raccontare, utilizzando con padronanza i propri mezzi espressivi. Questo è quel che fa la differenza.

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Giulia Donato

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