10 gen 2012

#2

Nello scorso post si parlava di Black Hole, romanzo a fumetti singolare per corposità, complessità e approccio visivo. Seguendo il filo del discorso sul bildungsroman nella letteratura a fumetti americana, voglio presentare un’altra opera altrettanto peculiare (fra la rosa dei testi scelti) anche se per questioni estetiche e sostanziali più sfumate.
Ghost World di Daniel Clowes è una graphic novel scritta a metà degli anni ’90 (pubblicata tra il ’93 e il ’97) e ambientata nello stesso periodo in una piccola cittadina della provincia americana, tipicamente asfittica e altrettanto tipicamente popolata da weirdos di ogni genere.

Ghost World, Daniel Clowes
Sinossi
La trama è essenziale: due amiche, Enid e Rebecca, ex liceali, estranee agli interessi dei propri coetanei (compresi quelli degli appartenenti alle varie sottoculture adolescenziali), passano assieme l’estate dopo la fine delle superiori. Spendono il loro tempo osservando, deridendo e tormentando una lista di personaggi strambi e solitari – patetici, nel senso etimologico del termine - rimandando il momento in cui dovranno decidere l’indirizzo che le loro vite dovranno prendere.

Deviazioni
Molti romanzi di formazione (a fumetti e non) si fondano su una fabula esile: in un arco di tempo non troppo ampio (la stagione è un esempio classico) i protagonisti vivono una serie di eventi che cambiano le loro vite.
Generalmente però, si tratta di storie autobiografiche o comunque legate ad aspetti dell’autobiografia dell’autore (l’ambientazione cronologica in primis).
Qua nasce la prima deviazione di Clowes: l’autore è un osservatore non coinvolto (se non in modo marginale, in qualità di ex adolescente outsider). E compare anche in una vignetta, nei panni di sé stesso ( apprezzato da Enid come autore, la delude appena visto di persona).
La seconda deviazione è formale.
Spesso i fumettisti underground optano per il bianco e nero: è una scelta che garantisce maggiori libertà (è possibile lavorare da soli anziché in team con un colorist, i costi sono minori, eccetera eccetera), oltre a richiamare (con intento di romantica celebrazione) le strisce degli anni ’50.
Clowes, invece, adotta un’opzione distintiva: la bicromia. Al suo bianco e nero si aggiunge un ciano leggero, esaltatore di malinconie in contrasto col sarcasmo delle battute e degli atteggiamenti delle due protagoniste.

Personaggi e universi
Altro elemento mutuato dall'esperienza dell'autore nel fumetto underground è la caricatura, sfruttata ampiamente per evidenziare alcuni elementi fondamentali dell’universo di Ghost World, evitandone l'esplicitazione  didascalica.
L’aspetto caricaturale riveste l’età adulta. Gli ex compagni di Enid e Rebecca mostrano difetti fisici grottescamente esagerati (fino alla rappresentazione di malattie deturpanti). Contemporaneamente al decadimento fisico la crescita sembra manifestarsi attraverso forme diverse di tradimento: verso gli amici o verso le proprie convinzioni etiche e politiche.
Enid e Rebecca appaiono confinate in un posto e in un tempo inadeguato, dal quale cercano di fuggire volgendosi alla celebrazione della propria infanzia e dell’infanzia della nazione (gli anni ’50 sono un costante punto di riferimento estetico e culturale); il mondo fantasma della provincia americana, perennemente uguale a sé stesso, sembra chiuso come una trappola, impossibile da evadere.
Ma la fine dell’adolescenza si approssima e le ultime pagine sintetizzano splendidamente il crepuscolo impercettibile di quell’unico universo conosciuto.

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