Nel 2016 in Spagna nasce ¡La leche! una rivista per ragazzi dai 9 ai 12 anni che ci ha fatto innamorare al primo sguardo per i suoi colori, l’originalità delle proposte tematiche e lo spirito giocoso che la anima. Per la nostra rubrica “Due chiacchiere con” abbiamo intervistato Gustavo Puerta Leisse, l’editore della rivista per farci raccontare come funziona ¡La leche! che per la prima volta quest’anno sarà ospite a Bologna.
Ad oggi sono usciti otto numeri, uno per ogni stagione. La rivista ha circa 60 pagine, è stampata su carta ecologica, ha una copertina semirigida in cartoncino di formato A5 e ha un costo di 9 euro. Per ogni numero vengono scelti due colori in tinta con la stagione che vengono utilizzati in tutti testi e nelle illustrazioni. Gli illustratori e gli autori che scrivono sulla rivista variano in ogni numero.
La rivista non ha una vocazione didattica ma propone contenuti sia narrativi che informativi. L’obiettivo principale è utilizzare un linguaggio chiaro per presentare approfondimenti, indagini, fatti di cronaca, notizie dal mondo, senza evitare tematiche legate alla sessualità, all'attualità e alla scienza. C’è anche una rubrica “fai da te”, ad esempio nel primo numero viene spiegato e illustrato “Come tagliare i capelli al tuo fratellino”! Utilissimo, no?
Entriamo ora nel vivo della nostra chiacchierata con Gustavo.
http://revistalaleche.com/ |
Come è stato il primo anno de ¡La leche! ?
È stato un anno molto buono. Abbiamo avuto la fortuna di incontrare straordinari collaboratori, tra questi alcuni affermati illustratori, altri che non avevano mai scritto per bambini, persino bambini e ragazzi che ci hanno proposto articoli e hanno lavorato con serietà al processo editoriale. Abbiamo intervistato persone che ammiriamo come Katherina von der Gathen (che ha scritto un libro illustrato con 100 domande e risposte sulla sessualità spiegata ai ragazzi) Willian Finnegan, Stefano Mancuso, Peter Frankopan, e molti altri; parlando rispettivamente di sessualità, surf, intelligenza vegetale e della via della seta. Ci siamo immersi in temi di attualità tanto complessi quanto appassionanti. Abbiamo scritto di Brexit, della vittoria di Donald Trump, del processo di pace in Colombia, della crisi venezuelana e della Corea del Nord in un modo accessibile, chiaro e attrattivo. Guardando indietro possiamo constatare che il nostro progetto ha preso forma e identità, e affermare che si è sviluppata una proposta molto particolare di giornalismo culturale per bambini. Possiamo dire di aver raggiunto e costruito un pubblico fidelizzato ed entusiasta.
dal sito di ¡La leche! |
Quanti abbonamenti avete?
Gli abbonati sono 90, ma dobbiamo anche includere gli abbonamenti annuali che diamo ai nostri collaboratori. Quindi in totale si tratta di 98 fortunati. Proprio di questi tempi stiamo lanciando una campagna per aumentare gli abbonamenti.
Che tiratura avete e quanti numeri vendete?
La nostra tiratura è di 750 esemplari e le vendite sono… molto altalenanti. Ci sono numeri che abbiamo venduto alla grande e altri meno. È una cosa molto difficile da prevedere. Per esempio, il quinto numero (uscito nel 2017 in estate) è stato venduto straordinariamente bene a luglio, abbiamo quasi esaurito la tiratura. Poi ad agosto e a settembre c’è stato pochissimo movimento. Così, abbiamo ancora casse che rimangono invendute. Un’altra particolarità della nostra rivista è che i numeri passati continuano a essere richiesti. Chi conosce ¡La leche! chiede spesso anche i numeri precedenti.
Si può fare un abbonamento internazionale in Italia o in Europa?
Certo. Basta scrivere a suscripciones@revistalaleche.com per ricevere le tariffe internazionali. C’è un piccolo aumento a seconda del paese ma non è molto alto. Inoltre si possono acquistare i numeri passati.
Che relazione c’è tra ¡La leche! e le biblioteche?
Facciamo tutto il possibile perché si innamorino di noi, ma non sempre siamo corrisposti come vorremmo. Però sì, quando succede, accadono cose bellissime. C’è per esempio un circolo di lettura che lavora a partire dalla nostra rivista, ci sono anche bibliotecari ospedalieri che utilizzano la nostra rivista con pazienti di oncologia pediatrica, siamo anche arrivati in centri penitenziari femminili.
Quale è la situazione delle biblioteche per ragazzi in Spagna?
Dipende dal comune di cui parliamo. Varia molto da territorio a territorio. È certo che la crisi economica ha portato a molti tagli e se vogliamo essere realisti e un po’ critici, gli utenti delle biblioteche per ragazzi continuano ad essere una piccolissima parte della popolazione. C’è molto da fare in questa direzione.
Torniamo alla rivista! Cosa significa ¡La leche! e come lo potremmo tradurre in italiano?
Mi sono consultato con amici italiani su come potessi tradurre questo modo di di dire e non siamo arrivati a un accordo. Letteralmente sarebbe “Il latte!”, però perde il doppio senso. Mi hanno detto che potrebbe essere tradotto “Da sballo!”. Un altro amico crede che sia meglio “Da urlo!”; mentre un napoletano propone "O core dint'o zucchero" o, più semplicemente, "O zucchero". Francamente non saprei. In Spagna “¡La leche!” è un’espressione molto utilizzata tra i bambini, anche molti adulti la utilizzano. Si usa per definire qualcosa di appassionante, o qualcuno molto bravo a fare qualcosa, o quando qualcuno si sente molto orgoglioso di qualcosa che ha fatto e che gli ha richiesto molto sforzo… Può anche essere usata in modo un po' ironico per esprimere indignazione di fronte all'impertinenza o alla faccia tosta di qualcuno che fa qualcosa che non dovrebbe fare.
Esiste un'espressione simile nella lingua italiana?
Forse in romano potremmo dire “Da Paura!” o “Che fico!”, mantenendo il gioco di parole “gustoso”. C’è qualche aneddoto di questo anno che vuoi raccontare?
Sono successe molte cose entusiasmanti e buffe. Senza dubbio mi ha sorpreso come vari lettori abbiano fatto di tutto per accaparrarsi la rivista e intervenire su di essa. Mi ha emozionato registrare in particolare come i bambini si siano appropriati di alcune sezioni e da queste abbiano preso spunto per crearne di nuove, che ci hanno sottoposto. È una vera boccata d’aria fresca scoprire che possiamo andare oltre la lettura e che in alcuni casi ispiriamo giochi e creazioni inedite. Come professore di letteratura per l’infanzia spesso dico ai miei alunni (la maggior parte illustratori, insegnanti e bibliotecari) che un libro per l’infanzia non solo fornisce al lettore una storia e un contenuto, gli suggerisce anche una struttura e una forma in cui lo stesso bambino può dire quello che desidera. Mi gratifica molto pensare che ¡La leche! possa offrire ai suoi lettori (ragazzi o meno) spunti per raccontare le loro storie oltre che proporre contenuti informativi, di qualità.
¡La leche! Quest’anno sarà ospite a Bologna Children Book Fair 2018.
Per maggiori informazioni: http://revistalaleche.com/
Ringraziamo Gustavo per la disponibilità a chiacchierare con noi e Violetta Colonnelli per il supporto alla traduzione dallo spagnolo all’italiano.
Orsola Longhini
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