Torna nelle librerie italiane grazie alla Kite Edizioni l’albo illustrato Io aspetto, scritto da Davide Calì e illustrato da Serge Bloch. La prima edizione italiana, del 2006, fu pubblicata da EL.
Questo albo in dieci anni è stato letto, amato e poi cercato alacremente nelle biblioteche e nelle case degli amici più attenti e si può considerare oramai un classico: ha venduto più di trecento mila copie in tutto il mondo; ha vinto il premio Libbylit al Salone del libro di Namur (Belgio) e il premio Baobab alla Fiera del libro di Montreuil (Francia) nel 2005. Festeggiamo dunque i dieci anni di Io Aspetto (Sabarcane 2005) e la sua nuova pubblicazione italiana con la Kite Edizioni, chiacchierando di questo libro con un’amica attenta, Federica Salemi, artista e appassionata di immagini che ci offre qualche riferimento di lettura.
Io aspetto (Calì, Bloch - Kite Edizioni)
di Federica Salemi
Io aspetto (Calì, Bloch - Kite Edizioni)
di Federica Salemi
Il libro inizia con questa frase: “aspetto… di crescere” e un lungo filo rosso viene tirato da un bambino impaziente di vivere, di diventare grande. Entriamo nella sua vita e noi lettori ci rispecchiamo in lui. Vite tutte così diverse ma accomunate dalle stesse tappe per ciascuno di noi: la paura nell’addormentarsi, la gioia di un dolce fatto dalla mamma, il calore di una casa in cui trovare riparo, non solo dagli agenti atmosferici ma anche da brutte sensazioni.
La potenza di questo libro si rivelava già al primo sguardo per il suo inusuale formato: una busta da lettera. Una volta aperto, il libro assume una forma ancora più particolare, diventando una lunga striscia orizzontale. Immediatamente vengono in mente le famose “daily strips”, le strisce, cioè tre o quattro vignette pubblicate sui quotidiani al ritmo di una striscia al giorno.
La potenza di questo libro si rivelava già al primo sguardo per il suo inusuale formato: una busta da lettera. Una volta aperto, il libro assume una forma ancora più particolare, diventando una lunga striscia orizzontale. Immediatamente vengono in mente le famose “daily strips”, le strisce, cioè tre o quattro vignette pubblicate sui quotidiani al ritmo di una striscia al giorno.
Sulla copertina/busta da lettera troviamo i nomi dei “mittenti” e cioè Calì e Bloch; nella parte del destinatario troviamo una bellissima figura stilizzata di un bambino. A chi è rivolto dunque questa lettera? Ad un bambino? Al bambino che è in ognuno di noi? Al bambino di questa storia?
Questo bambino cresce, vive, si innamora, parte, ma soprattutto si innamora. Inizia per lui una nuova vita, dà al mondo una nuova vita insieme alla sua amata. E questo filo rosso che all’inizio della storia veniva tirato prepotentemente da questo bambino smanioso di affacciarsi alla sua di vita, ecco che, pagina dopo pagina, dalla mano di Serge Bloch, si trasforma, accompagnandolo e trasformandosi in ogni evento di gioia e anche di dolore. Sarà il cordone ombelicale che lega mamma e figlia, sarà il filo del telefono che mantiene rapporti d’amore, sarà anche un filo che si spezza quando la vita, come ogni ciclo, rallenta, per poi ricominciare la sua corsa, di nuovo, con gioia e smania di vivere questa vita fino in fondo.
Cosa rappresenta questo filo rosso in questo libro? È esattamente un fil rouge, un pretesto, una chiave che serve a noi lettori. È quasi una corda che noi prendiamo in mano per aggrapparci ed assistere a questa crescita, questo cambiamento. Assistiamo alla vita che cresce e si trasforma: un bambino che si fa uomo e poi anziano. Ritroviamo questo filo in La grande histoire d’un petit trait (Ed. Sabarcane 2014) offerto in dono ai nuovi nati di un dipartimento limitrofo alla zona di Parigi nel 2014.
Il filo però non è mai di intralcio alla storia, non cerca di cambiare in nessun modo la vita di questo bambino, è un semplice spettatore: sta lì, osserva, viene toccato, a volte anche indossato, come una sciarpa, ma mai cambia il destino dei protagonisti. E qui c’è la differenza con altri albi illustrati che usano oggetti, come ad esempio Il Buco di Øyvind Torseter, edito in Italia nel 2013 da Orecchio Acerbo. Questo “buco”, come il filo rosso, è presente dalla prima pagina, ma entra prepotentemente nella vita del protagonista, ci vuole interagire, vuole cambiare lo svolgersi della sua giornata, lo fa cadere, vuole farsi notare a tutti i costi, il che rende Il buco assai divertente, ma profondamente diverso.
Oltre a questo albo, dalla collaborazione tra Davide Calì e Serge Bloch, sono nati altri titoli:
- Il nemico, Terre di mezzo 2014
- J’aime t’embrasser, Editions Sarbacane 2008
- Le grand livre de la bagarre, Editions Barbacane 2013
Da questo libro è stato tratto uno spettacolo teatrale nel 2010 dalla Compagnia O’Navio Théâtre ed è disponibile un’app prodotta da France Television capace di restituire la poeticità del libro, attraverso piccoli incrementi giocosi.
Si tratta di un’app calma e tranquillizzante (disponibile per iPhone e iPad), che potrebbe rassicurare anche quelli adulti che temono del digitale un’interazione intrusiva, sovraccarica di stimoli o che disabitui allo svolgimento lineare. In questa app la storia si svolge da sinistra a destra, una progressione temporale in linea retta, la voce di André Dussolier legge il testo, il disegno si anima leggermente e a tratti il filo chiede di venir toccato, tirato, trasportato.
Trovate una felice recensione qui: http://www.paddybooks.com/editions-sarbacanedavide-cali-serge-bloch-filo-rosso-della-crescita-app-interattiva-per-bambini-crescere-viveremoi-jattends/
*Piccola nota a cura di Leyla, Cartastraccia
Ringraziamo Federica Salemi, disegnatrice e appassionata d’immagini e di libri, per questa riflessione, che saluta la recente pubblicazione di Io Aspetto per le edizioni Kite.
Ne siamo particolarmente felici anche pensando a chi in questo momento sta diventando genitore, quella trasformazione bizzarra e stravolgente che spesso e volentieri viene raccontata in alcuni libri per bambini capaci di parlare anche alle orecchie adulte.
Io aspetto va a inserirsi in una costellazione di libri come La prima volta che sono nata che possono venir proposti come spunto di riflessione nei corsi di accompagnamento alla nascita e allo Spazio allattamento: sono libri capaci di tessere dei ponti tra adulti e bambini, attraverso la condivisione di un immaginario ricco e positivo.
Non possiamo allora, accanto a questa ristampa di Kite, non celebrare un libro di recente pubblicazione per l’editore Topipittori: Storia piccola, di Cristina Bellemo e Alicia Baladan.
Come in altri albi recenti di Topipittori, la prima sensazione del lettore è “Siamo in mezzo alla fiaba!”. In effetti Storia piccola è una piccola fiaba, sin dai risguardi: una miriade di sentieri nel bosco. Infiniti sentieri, un protagonista: Beniamino!
Se Federica a proposito di Io aspetto dice: “Questo bambino cresce, vive, si innamora, parte, ma soprattutto si innamora”, per Storia piccola l’esito sarebbe diverso. Anche qui c’è la crescita, le coperte sulle spalle e la mamma contro le ombre della notte, “amici, farfalle, pensieri, cavallette, bambine, giullari, profumi, Pietro, melograno, storie dette con le bocche, storie scritte con le mani sulle carte variopinte”.
In questa storia vive il dramma fiabesco di ogni genitore e di ogni figlio: ogni uomo cresce, vive, si innamora, ma soprattutto parte.
Cogliamo dunque l’occasione per invitare i neogenitori e tutti coloro in attesa a visitare il Punto Lettura NpL del Consultorio di via Salaria 140, in cui il 15 dicembre, alle ore 12.30 leggeremo Io aspetto e tanti altri libri capaci di unire grandi e piccoli e vi lasciamo con una filastrocca di Bruno Tognolini:
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